Deceptionist - Initializing Irreversible Process

Band: Deceptionist
Album: Initializing Irreversible Process
Genere. Brutal Death Metal, Industrial
Etichetta: Unique Leader Records
Anno: 2016
Paese: Italia
Consigliate: Industrivolutionaction,  Irreversible Process,  Operator Nr 3
Sentenza: C'è Will Smith su questo film?


L'Italia è ultima nelle classifiche OCSE di qualsiasi cosa, dalla spesa del PIL per l'istruzione alla costruzione di materassini per Chihuahua. La corruzione dilaga, lo stato è assente, la mafia si è ramificata con i suoi tentacoli fino al Nord, disoccupazione giovanile alle stelle, imprenditori che si suicidano. Uno scenario apocalittico in tutto, tranne che in una piccola minuscola realtà: il brutal death metal.  E' veramente assurdo constatare come sempre più in Italia si scriva l'avanguardia del genere, mi permettano gli americani che credono che rendere semplicemente il genere meno comprensibile sia scrivere cose "d'avanguardia", ma essere avanguardisti significa guardare al proprio passato riuscendo ad andare avanti e gente come Bloodtruth, Fleshgod Apocalypse e Deceptionist lo stanno facendo aggiungendo piccole o grandi cose che mettono il punto esclamativo sulla rispettiva proposta. I Bloodtruth hanno i canti gregoriani, i FA un'intera orchestra e i Deceptionist una forte influenza industrial. Sono cazzate, cose minimali, idee che semplicemente ti vengono quando vuoi metterci te stesso nella musica e non fare la cover band con le "tue canzoni" che in realtà sono di altri. Allora tutti i passaggi "parlati", spezzoni di film, synth e suonini alla Fear Factory come se non ci fosse domani diventano la forza di una band che non può scindere la sua identità da certi trademarks. Un lavoro veramente pregevole che fa staccare la spina dal solito tritello informe e deforme, c'è spazio per respirare e sentire qualcosa di più aperto che il classico cd Brutal Death serratissimo nel quale distingui a malapena i riff.

"E pensare che potevo far parte di questo cd invece che di quel film di merda..."

Questo *prende un bel respiro* Initializing Irreversible Process è un cd che si ascolta tutto d'un fiato senza problemi, con le canzoni che hanno i propri uncini, a volte creati con gli inserti industrial, a volte con riff, o parti di riff, che si ripetono all'interno della canzone. Ogni tanto c'è qualche strizzatona d'occhio ai Fear Factory degli esordi ed è una cosa ottima, positivissima, includere e non escludere influenze nel proprio songwriting riuscendo a contestualizzare tutto è quello che rende un cd superiore. C'è anche un certo ammiccamento a quel brutal più technical death-oriented con un basso più in primo piano e riff più incentrati in scalette funamboliche che se pur brevi sono molto incisive. Ho adorato vedere espresse dalla copertina, ai suoni, al titolo delle canzoni un'idea di genere che non richiamasse squartamenti del cazzo, mostri dell'universo Lovecraftiano od altre minchiate stra-abusate.
E' così cari amici che si studia un cd, trasmettere su musica, in forma visiva e testuale le tue idee. C'è chi fa male e parzialmente una o massimo due di queste cose, raramente ho visto in questo genere trasmettere qualcosa che non sia la classica broda riscaldata nelle tre forme sopracitate.

Johnny Depp non è felice di far parte della copertina dei Deceptionist

Quando hai un genere così chiuso e schiavo dei propri stereotipi è difficile slegarsi dal proprio contesto narrativo ma quando lo fai vedi un'orizzonte di possibilità che prima non eri capace di vedere. Solo il coraggio di uscire dal seminato come hanno fatto questi ragazzi Roma è qualcosa che il 95% delle band brutal non fa mai nella propria carriera. Sentendo questo cd ho l'impressione di poter ascoltare un secondo cd di questi ragazzi potendomi aspettare passi in avanti e non la stessa identica cosa fatta e strafatta e riproposta cambiando l'ordine degli addendi ma mantenendo inalterato il risultato (a.k.a. la discografia di quasi ogni gruppo brutal). Sinceramente l'unica cosa che manca a questo cd album sono dei veri propri ritornelli o cori che si stampino in fronte e possano coinvolgere il pubblico in pieno Behemoth-Style. Il che non significa fare citazioni alla band polacca ma sfruttare il fattore di successo di essa (mettere dei ritornelli decenti nel death metal).
Non è un capitolo autoconclusivo di una serie di tot mila episodi che iniziano tutti in modo diverso ma finiscono tutti allo stesso modo, a questo giro c'è "speranza" e posso dire con assoluta certezza che è uno dei pochi cd che inizia bene e finisce benissimo, le ultime quattro tracce sono le migliori, quindi si è anche motivati ad ascoltare l'album dal primo all'ultimo secondo.
+ Deceptionist - Pathology

Riff-a-mania: 80%
Personalità: 75%
Qualità audio: 80%
Totale: 7.8/10


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