Prima domanda di rito, come sono nati i Judas The Dancer?
Marco: è stata la dolce poetica della chitarra connessa direttamente alla testata, senza altre stronzate pinkfloydiane. Il canale pulito che diventa lo standby. Il basso distorto e funkettoso, la batteria senza fronzoli ma molta ignoranza. Insomma, lo staffilococco Redneck che ci ha contagiati e dal quale non ci siamo più ripresi.
Io credevo di aver scritto abbastanza stronzate narrando di un megazord che si fa le canne e sogna delle tette ma voi sembrate andare oltre, cosa vi spinge a dire tante cazzate?
Marco: Per me è diventato prioritario scrivere stronzate nel momento in cui ho dovuto accettare il fatto che tanto la gente in generale i testi non li legge e, se li legge, non li capisce. Perciò viva la merda!
Quale ricerche storico scientifiche vi hanno portato a scegliere come nome Judas The Dancer? Sapevate facesse il ballo del pinguino con gli Apostoli?
Il nome originale comunque doveva essere "Motaro" (incredibile personaggio ni Mortal Kombat che nessuno si caga più perchè adesso van di moda i giochini sofisticati con la storia da 3 ore). Temendo che avremmo sforato nel copywrite Marco aveva proposto dylan Dog, così almeno ci avrebbero denunciato subito invece che sei o sette mesi dopo. A quel punto volevo bestiemmiare, ma è uscito come sarebbe uscito a Dylan: "Judas Dancer"! Il "The" l'abbiamo aggiunto per moda.
Marco: ammetto che di Motaro mi ero completamente dimenticato...
(si fossero vestiti con la monnezza risultavano più sobri)
Cosa ci dobbiamo aspettare da un possibile album?
Marco: Esatto. Post Pop Violence sarebbe un perfetto brand con cui aprire catene di ristorazione a base di carne umana volontariamente offerta, hotels raffinati per soli tossici, una linea di giochi erotici con icone religiose. Ma sempre con la leggerezza beota di un Fazio o Carlo Conti e un ritornello pop dei più triti che ti si ficca in testa e ci resta tutto il giorno. Investitori, fatevi avanti.
“Post pop violence” è la miglior definizione di un genere mai sentita, come vi è venuta in mente?
Marco: Per quel motivo esattamente. Mai sentita. La sorpresa è stata scoprire che la musica aveva tutto sommato un'attinenza con la definizione. Probabilmente ce l'ha suggerita Gustavo Rol dall'oltretomba. Ecco perché è così verde e potente. Grazie Gust.
In realtà volete fare Disco anni 80 ma siete troppo etero per mettervi le parrucche cotonate...o forse no?
Marco: Aspetterei di sentire i pezzi dell'album prima di esserne così sicuro: a noi non piace troppo ripeterci... o quantomeno di mantenere una coerenza ci frega poco.
A quali band vi ispirate? Oppure per “ispirarvi” usate solamente i bong?
Quanto ai bong io ho smesso, mi sento troppo stupido poi e la cosa mi fa diventare anche nervoso... Lo so, c'è del nonesense, ma è la verità...
Marco: Personalmente Britney Spears rimane un faro di ispirazione. Sarà che con l'official video di "Toxic" deve aver seriamente interferito con la mia sessualità di ventenne (in ottima compagnia comunque, penso ad esempio ad Alizée).
Nel video per “Maradona Talking Heads” avete fatto una raccolta del Trash italiano, ma mi pare manchi Iva Zanicchi che caga in diretta studio, come pensate di compensare questa grave mancanza?
Comunque con i prossimi video compenseremo l'apocalisse. Potete chiedere a Davide Cilloni di Eklipse Media e Federico Scargiali di Viscera Vision se avete dubbi. Loro sanno cos'è successo negli scorsi mesi...
Marco: Trattandosi di diarrea acuta si può dire che il suo trash fu del tutto incolpevole (in ogni caso molto in linea con la proposta televisiva italiana perciò #respect). Lo stesso non si può dire dei personaggi che abbiamo presentato nel pezzo, grotteschi per scelta. E poi la selezione è ampia; ricordo per esempio che ancora non s'è parlato di Razzi, dei Papi e di come difendano un credo nato migliaia di anni fa dall'immaginazione di pecoroni nel deserto (beh, un pochino se n'è parlato), di Papi (Enrico), delle ragazze Cin Cin, di Boldi e De Sica. Il vaso di Pandora è ancora da scoperchiare.
Mi permetto di dire che questa è la migliore intervista mai fatta nella storia della musica e tutti voi succhiacazzi dovreste apprendere dalle parole di questi due eterodirettisessuali che comunque risultano più interessanti di tutte le fighette del cazzo che se gli poni una domanda che non riguarda "l'estro musicale creativo che li ha spinti a scrivere il capolavoro di diarrea" (che è il loro album) si sentono presi per il culo e non rispondono o rispondono male.