Underrated Albums intervista i Judas The Dancer, i pionieri del Post Pop Violence



Prima domanda di rito, come sono nati i Judas The Dancer?

Nic: I Judas The Dancer sono nati dall'esigenza di un cambiamento importante nella vecchia formazione Eloa Vadaath: Prima di tutto la presa di coscienza che i pezzi non coincidevano con lo stile degli Eloa Vadaath stessi; secondo per necessari cambi di formazione; non ultimo il desiderio di divertirsi suonando e non di dimostrare a tutti in sala quanto l'automasturbazione può lasciare stupefatti. Conseguentemente anche il poter suonare ubriachi. A quello ci pensiamo da sempre.
Marco: è stata la dolce poetica della chitarra connessa direttamente alla testata, senza altre stronzate pinkfloydiane. Il canale pulito che diventa lo standby. Il basso distorto e funkettoso, la batteria senza fronzoli ma molta ignoranza. Insomma, lo staffilococco Redneck che ci ha contagiati e dal quale non ci siamo più ripresi.



Io credevo di aver scritto abbastanza stronzate narrando di un megazord che si fa le canne e sogna delle tette ma voi sembrate andare oltre, cosa vi spinge a dire tante cazzate?

Nic: Il fatto che diciamo la verità. Mi spiego: la gente ormai è talmente assuefatta dalla povertà intellettuale (o dalla merda nel cervello, dipende dalla gravità) che non è più disposta a sentirsi dire la verità e a guardare il mondo per quello che è. Assodato questo, sapendo che non verrai ascoltato per principio, tanto vale caricaturare il tutto e renderlo assolutamente fuori controllo. Male che vada si divertono, almeno... Poracci...
Marco: Per me è diventato prioritario scrivere stronzate nel momento in cui ho dovuto accettare il fatto che tanto la gente in generale i testi non li legge e, se li legge, non li capisce. Perciò viva la merda!

Quale ricerche storico scientifiche vi hanno portato a scegliere come nome Judas The Dancer? Sapevate facesse il ballo del pinguino con gli Apostoli?

Nic:L'unica cosa che so sui pinguini è che il nostro batterista insiste che li vuole assaggiare (se conoscete un ristorante che cucina pinguino, scriveteci a judasthedancer@gmail.com titolato "quell'ottimo pinguino").
Il nome originale comunque doveva essere "Motaro" (incredibile personaggio ni Mortal Kombat che nessuno si caga più perchè adesso van di moda i giochini sofisticati con la storia da 3 ore). Temendo che avremmo sforato nel copywrite Marco aveva proposto dylan Dog, così almeno ci avrebbero denunciato subito invece che sei o sette mesi dopo. A quel punto volevo bestiemmiare, ma è uscito come sarebbe uscito a Dylan: "Judas Dancer"! Il "The" l'abbiamo aggiunto per moda.
Marco: ammetto che di Motaro mi ero completamente dimenticato...

(si fossero vestiti con la monnezza risultavano più sobri)

Cosa ci dobbiamo aspettare da un possibile album?

Nic: Si punta alle almeno 50/60k copie vendute... Ma per ora posso solo dirti Post/country/dance/ritornelloni... e le valvole. Sempre tante valvole. Cioè POST POP VIOLENCE.
Marco: Esatto. Post Pop Violence sarebbe un perfetto brand con cui aprire catene di ristorazione a base di carne umana volontariamente offerta, hotels raffinati per soli tossici, una linea di giochi erotici con icone religiose. Ma sempre con la leggerezza beota di un Fazio o Carlo Conti e un ritornello pop dei più triti che ti si ficca in testa e ci resta tutto il giorno. Investitori, fatevi avanti.

“Post pop violence” è la miglior definizione di un genere mai sentita, come vi è venuta in mente?

Nic: Il TRADEMARK "POST POP VIOLENCE" esiste da prima del nome della band. Nasce dall'esigenza di prendere per il culo tutte quelle band che se la credono e pensano di fare Avan/progress/CazzieRazzi e poi fanno tipo DeathCore, male. (<---- VERITA' IMMINENTE) Di band innovative in giro ce ne sono davvero poche, ma facebook e i social dicono che il genere che tira di più è quello speRimentale, ora: mentre voi la finite di sperimentare fino a che punto una stronzata funziona, io suono POST POP VIOLENCE, DAVVERO.
Marco: Per quel motivo esattamente. Mai sentita. La sorpresa è stata scoprire che la musica aveva tutto sommato un'attinenza con la definizione. Probabilmente ce l'ha suggerita Gustavo Rol dall'oltretomba. Ecco perché è così verde e potente. Grazie Gust.

In realtà volete fare Disco anni 80 ma siete troppo etero per mettervi le parrucche cotonate...o forse no?

Nic: Le parrucche non sono entrate ancora nell'ordine delle idee ma sono quasi sicuro che siamo tutti grandi fan dei Motley Crue (forse Marco non così tanto)... Se non saranno le parrucche magari i campioni della cassa. Quelli fanno moda davvero, mica come gli Hipster.
Marco: Aspetterei di sentire i pezzi dell'album prima di esserne così sicuro: a noi non piace troppo ripeterci... o quantomeno di mantenere una coerenza ci frega poco.

A quali band vi ispirate? Oppure per “ispirarvi” usate solamente i bong?

Nic: Credo andiamo tutti a periodi, in quanto ad ispirazioni. Ma sono certo che per una grande parte quello che ascoltiamo non viene riflesso troppo nella musica... Noi vorremmo vendere...
Quanto ai bong io ho smesso, mi sento troppo stupido poi e la cosa mi fa diventare anche nervoso... Lo so, c'è del nonesense, ma è la verità...
Marco: Personalmente Britney Spears rimane un faro di ispirazione. Sarà che con l'official video di "Toxic" deve aver seriamente interferito con la mia sessualità di ventenne (in ottima compagnia comunque, penso ad esempio ad Alizée).

Nel video per “Maradona Talking Heads” avete fatto una raccolta del Trash italiano, ma mi pare manchi Iva Zanicchi che caga in diretta studio, come pensate di compensare questa grave mancanza?

Nic: Non posso inserire una che ha cagato in diretta sulla televisione italiana in un mio pezzo, voglio dire... Io sto con lei cazzo! Lei ha fatto tutto quello che volevamo fare noi con "Maradona Talking Heads" da dentro il sistema! Se il mondo fosse Matrix (e sappiate che E' Matrix), la nostra Ivona nazionale sa che pillola vuole.
Comunque con i prossimi video compenseremo l'apocalisse. Potete chiedere a Davide Cilloni di Eklipse Media e Federico Scargiali di Viscera Vision se avete dubbi. Loro sanno cos'è successo negli scorsi mesi...
Marco: Trattandosi di diarrea acuta si può dire che il suo trash fu del tutto incolpevole (in ogni caso molto in linea con la proposta televisiva italiana perciò #respect). Lo stesso non si può dire dei personaggi che abbiamo presentato nel pezzo, grotteschi per scelta. E poi la selezione è ampia; ricordo per esempio che ancora non s'è parlato di Razzi, dei Papi e di come difendano un credo nato migliaia di anni fa dall'immaginazione di pecoroni nel deserto (beh, un pochino se n'è parlato), di Papi (Enrico), delle ragazze Cin Cin, di Boldi e De Sica. Il vaso di Pandora è ancora da scoperchiare.

Mi permetto di dire che questa è la migliore intervista mai fatta nella storia della musica e tutti voi succhiacazzi dovreste apprendere dalle parole di questi due eterodirettisessuali che comunque risultano più interessanti di tutte le fighette del cazzo che se gli poni una domanda che non riguarda "l'estro musicale creativo che li ha spinti a scrivere il capolavoro di diarrea" (che è il loro album) si sentono presi per il culo e non rispondono o rispondono male.



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