Korn - The Serenity Of Suffering

Band: Korn
Album: The Serenity Of Suffering
Etichetta: Roadrunner Records
Genere: Nu Metal
Anno: 2016
Paese: USA
Consigliate: A Different World (feat. Corey Taylor), Take Me, Rotting In Vain, Baby
Sentenza: Rinascita

Ho preso del tempo per scrivere di questo cd. Andavano fatti numerosi ascolti per levare l'hype e capire cosa ci fosse oltre i singoli e se questi fossero "that damn good". La mia conclusione è che siamo difronte al miglior album dei Korn degli ultimi 10 anni se non più. Si, qualcosa è ripreso qua e la dalla loro discografia, qualche riff e break sa di già sentito ma il felling ed il mood dei brani è assolutamente più genuino di quello di "untitled" per dire, qui i due chitarristi storici della band si sono riuniti ed hanno pensato di fare una cosa vecchio stile con idee magari riciclate, magari scartate da altri brani, magari appicicando i riff con la colla ma il risultato è una tracklist poderosa che affievolisce di intensità andando avanti ma non si arena mai sotto la sufficienza, anche i brani più deboli sono forti di quei clichè tipici dei Korn che ho amato, e molti come me, che rendono le canzoni "cheap". Questo è intrattenimento "cheap", fatto in modo da colpire direttamente un certo pubblico, senza mezzi termini si guarda alla fanbase più solida della band e gli si dice che c'è ancora qualcosa per i loro palati. Tutti i ragazzi che hanno preso in pieno l'ondata Nu Metal e chi quelli degli anni 00's che hanno vissuto vedendo su MTV il video di Here To Stay o Twisted Transistor. I ritornelli sono TUTTI dannatamente ottimi, prendono molto dall'ultimo periodo della band ma si allacciano perfettamente con il sound old school, le ritmiche malate e sussurrate di Davis si intrinsecano con il growl e le aperutre più pop creando quel feeling veramente crossover di cui la band è alfiere. Se c'è una cosa che sono Korn è il fatto di essere sperimentatori, nel puro senso della parola, hanno abbattuto le barriere dei generi andando a toccare emisferi quasi del tutto opposti al metal, la capacità attrattiva in sede live e su cd di questa band non è mai svanita e qui risorge nella sua forma più primordiale. Magari è finita la cattiveria dei primi giorni è finita ma sono rimaste le cicatrici di un passato turbolento, meravigliosamente descritto su "Take Me" per dire, che riescono a tirar fuori ancora quello spirito dei Korn che abbiamo amato dove i problemi personali vengono comunicati in modo empatico all'ascoltatore che si immedesima, sopratutto se in piena adolescenza, con le turbolenze della vita di Davis e Co. Tra chi ha trovato Dio e chi ha trovato il suo "way of life", questa band dimostra che è possibile passare attraverso i peggiori incubi ed uscirne nuovi e più forti. Questo lavoro ha in se così tante belle storie che racchiudere il suo valore in una votazione non rende vera giustizia a quanto sia importante un disco che si intitola "La serenità della sofferenza".



Riff-a-Mania:90%
Personalità: 75%
Produzione: 87%

8.4/10

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